Gin: il distillato del momento

Il gin rappresenta tra tutti il distillato più in voga del momento.

La sua versatilità estrema unita al successo tra i Bartender, sono i fattori che lo rendono probabilmente così gettonato.

A tal punto che le migliori Aziende di alcolici sul mercato hanno investito cifre sbalorditive negli ultimi anni, creando nel tempo infinite varianti aromatizzate della bevanda per far leva su tutte le gole.

Un trend in crescita negli ultimi anni che sembra non vedere tramonto; questo ha spinto BD-Roots ad indagare sui motivi del successo e in questo articolo vogliamo approfondire l’argomento per scoprire come il gin è diventato il re di tutti gli spirits del momento.

+33% per il London Dry Gin

La pandemia non ha fermato né intaccato la forte crescita dei consumi di Gin a livello globale: anzi, è diventato lo Spirit di moda anche tra i non intenditori.

Per questo le etichette in circolo aumentano vertiginosamente superando parecchie migliaia e proponendo sempre tantissime varianti del prodotto che lo rendono estremamente affascinante.

Un distillato trasparente, proveniente dal grano e da botaniche in quantità e qualità variabili, tra cui le bacche di ginepro (da cui il gin prende il suo nome), diventa protagonista assoluto in Italia dei più importanti momenti di convivialità.

Le origini del gin sono piuttosto controverse. Sembrerebbe che i primi infusi a base di bacche di ginepro venissero ideati dai monaci della Scuola Medica Salernitana, altre versioni sulla sua origine ritengono che sia nato da una ricetta olandese e arricchito in un secondo momento dalle sapienti tecniche di distillazione inglesi. Appunto, il gin che beviamo a tavola oggi corrisponde al London Dry Gin, caratteristico per le componenti aromatiche e il metodo di produzione. Scopriamo in cosa consiste.

La distillazione del London Dry Gin

Il metodo distintivo di produzione del London Dry Gin è caratterizzato da una seconda distillazione in seguito all’infusione delle botaniche; tecnica,  questa, che lo rende particolarmente secco e asciutto.

Perfetto nella sua forma assoluta e preferito in questa versione dagli intenditori, ideale come Spirit di tante mixology come base per moltissimi cocktail fra cui Negroni e GinTonic, il successo del gin è ormai consolidato tra i più giovani ma anche tra un pubblico più adulto di appassionati e/o intenditori.

Ma arriviamo al metodo di produzione:

il gin è una solitamente una bevanda incolore, ottenuta per distillazione di un fermentato ricavato nella maggior parte dei casi da cereali o patate,  in cui viene messa a macerare una serie di erbe, spezie, piante, bacche e radici: i botanicals (o botaniche).

Tra queste devono essere sempre presenti, almeno per il 50% del peso secco di tutte le botaniche,  le bacche di ginepro che ne caratterizzano profumo e gusto.

London Dry Gin, come detto prima, è una sottofamiglia dello Spirit, la più in voga in questo momento tra quelle classificate dall’Europa:

  1. Gin
  2. Gin Distillato
  3. London Dry Gin
  4. Spiriti aromatizzati al ginepro.

Quando gli aromi sono aggiunti direttamente allo spirito rettificato con almeno il 96% di alcol, senza distillarlo nuovamente, si ottiene il Gin; deve essere poi imbottigliato con un rapporto alcol/volume di almeno 37,5%.

Il Gin distillato (Distilled Gin) si ottiene distillando nuovamente uno spirito rettificato al 96%, assieme a bacche di Ginepro e altri botanicals; si possono aggiungere aromi naturali, o identici a quelli naturali.

Il prodotto finale deve avere almeno il 37,5% di alcol, e prima di essere imbottigliato può essere diluito o con acqua o addizionato con altro spirito rettificato.

Il London Gin è identico ad un Gin distillato, con l’eccezione che qui non si possono aggiungere aromi; nonostante riporti il nome London, può essere prodotto ovunque nel mondo, ma prende il nome dalla suddetta tecnica di distillazione inglese.

In questo caso, la particolarità sta nel fatto che i botanicals vengono messi a macerare per un periodo non superiore alle 24 ore nell’alcol di base per essere poi ridistillati one-shot.

L’alambicco utilizzato per questo scopo è di tipo tradizionale: la  dicitura “dry” sta a significare che la quantità di dolcificante presente nella soluzione finale non eccede la quantità di 0.1 grammi per litro.

Gin distillato e alambicco

Il tipo di alambicco discontinuo, in rame a bagnomaria rappresenta il metodo più raffinato di distillazione in quanto la dolcezza della distillazione, data dalla tecnica a bagnomaria, permette di non perdere aromi e sapori contenuti nelle botaniche che altrimenti verrebbero cotte e/o degradate.

Di origini antichissime, l’alambicco è lo strumento tipico di distillazione di alcool e oli essenziali: il rame, affine all’oro e all’argento per le sue proprietà chimico-fisiche, è un ottimo conduttore del calore e dell’elettricità ed è per questo che anche il materiale dell’alambicco può fare la differenza sul risultato finale.

La distilleria Zu Plun

Tra le fonti più autorevoli su questo tema, non potevamo non citare in questo articolo la distilleria Zu Plun: da un’idea imprenditoriale di Florian Rabanser, la distilleria delle Dolomiti rappresenta una delle aziende più conosciute sul territorio italiano, vincendo nel 2018 il premio come miglior Gin a livello europeo ed entrando nella lista di Gambero Rosso come uno dei migliori 10 gin italiani.

Con un punteggio massimo nella categoria argento dalla giuria dell’International Wine&Spirit Competition di Londra e dichiarato il migliore tra centinaia di eccellenti degustazioni alla cieca, questa famosa distilleria di contraddistingue per la qualità delle botaniche delle Dolomiti.

In BD-Roots abbiamo scelto l’azienda come nostro Partner per diversi motivi: dalla qualità delle materie prime e dei processi all’attenzione per il territorio, dalla giovane età dei loro componenti alla loro grande esperienza, ciascuno nei settori di riferimento, permettendoci di realizzare un’idea nuova e diversa; anzi BIODIVERSA.

Scopri il nostro GIN.